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GDL Passione semplice legge: Ogni mattina a Jenin, di Susan Abulhawa
20 Febbraio orario 20:45 - 22:30
FreeUna vicenda intergenerazionale che risale a più di dieci anni fa, a dimostrare come dietro al dramma di oggi di una terra martoriata ci sia una lunga storia..questa la proposta di lettura del GDL al femminile “Passione semplice”.
Appuntamento online Martedì 20 febbraio 2024 ore 20.45 con : Ogni mattina a Jenin di Susan Abulhawa (Feltrinelli, 2011) – https://www.biblioclick.it/opac/detail/view/sbnem:catalog:195085
Libro presente anche in formato e-Book – https://www.biblioclick.it/opac/detail/view/sbnem:MLOL:150034007
Per informazioni: loredanaperziano@gmail.com
Abstract: Un romanzo struggente che può fare per la Palestina ciò che il “Cacciatore di aquiloni” ha fatto per l’Afghanistan. Racconta con sensibilità e pacatezza la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di “senza patria”. Attraverso la voce di Amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia Abulheja, viviamo l’abbandono della casa dei suoi antenati di ‘Ain Hod, nel 1948, per il campo profughi di Jenin. Assistiamo alle drammatiche vicende dei suoi due fratelli, costretti a diventare nemici: il primo rapito da neonato e diventato un soldato israeliano, il secondo che invece consacra la sua esistenza alla causa palestinese. E, in parallelo, si snoda la storia di Amal: l’infanzia, gli amori, i lutti, il matrimonio, la maternità e, infine, il suo bisogno di condividere questa storia con la figlia, per preservare il suo più grande amore. La storia della Palestina, intrecciata alle vicende di una famiglia che diventa simbolo delle famiglie palestinesi, si snoda nell’arco di quasi sessant’anni, attraverso gli episodi che hanno segnato la nascita di uno stato e la fine di un altro. In primo piano c’è la tragedia dell’esilio, la guerra, la perdita della terra e degli affetti, la vita nei campi profughi, condannati a sopravvivere in attesa di una svolta. L’autrice non cerca i colpevoli tra gli israeliani, racconta la storia di tante vittime capaci di andare avanti solo grazie all’amore