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GDL “Philo in the library”

Il gruppo di lettura Philo in the Library (già Coaching Filosofico) è giunto alla terza stagione. Dopo l’esperienza 2019-20, concentrata sul tema del merito e sulle tesi del filosofo americano John Rawls, nel secondo ciclo le letture sono state varie e su soggetti diversi. Abbiamo letto saggi di Yuval Noah Harari, Massimo Recalcati, Marco D’Eramo e Alberto Mingardi (alla discussione su quest’ultimo testo è intervenuto lo stesso autore), M. Sandel, Marco Revelli, Tito Boeri e Antonio Spilimbergo, Giorgia Serughetti, Donatella Di Cesare e Umberto Eco, Vito Mancuso, Sergio Luzzatto, Remo Bodei…

Coordinatore: Mauro Antelli

Referente Biblioteca: Marco Palazzini

Appuntamento online Mercoledì 12 giugno  2024, ore 20.45

Proposta di lettura: La biblioteca di Raskolnikov. Libri e idee per un’identità democratica. a cura di Simonetta Fiori (Einaudi, 2024)

https://www.biblioclick.it/opac/search?q=biblioteca+di+raskolnikov

Per informazioni: gdlphilointhelibrary@gmail.com

Abstract:” La democrazia è sempre a rischio. E in tempi di populismi cresce il pericolo di una involuzione autoritaria. Per arrestarlo occorre una robusta coscienza democratica. Ma che cosa vuol dire? E attraverso quali libri si forma una identità civile capace di fronteggiare le tempeste del presente? Intellettuali di diverso orientamento – progressisti e non – indicano la loro biblioteca ideale, libri e proposte per orientarsi nella grande confusione di oggi. «Come si costruisce una mentalità democratica? Ci sono saggi e romanzi che più di altri abbiano la forza di trasmettere l’idea di democrazia nel suo significato di resistenza? Abbiamo chiesto a otto intellettuali di indicarci le bussole della loro navigazione, scegliendo le opere sopravvissute alle catastrofi della storia. E di affiancare allo scaffale dei classici quei titoli che possano orientare un giovane lettore di oggi tra guerre, rivoluzioni tecnologiche e apocalissi climatiche. Ne è scaturita una biblioteca democratica di straordinaria varietà, dove la letteratura non è ancillare rispetto alla storia e all’economia. Perché nessuno più di Dostoevskij è capace di inoltrarsi nei recessi bui della coscienza, nessuno più di Calvino ha saputo dare forma narrativa alla distanza storica tra partigiani e ragazzi di Salò. E solo con Primo Levi usciamo dalla notte oscura del Novecento con l’attrezzatura morale attraverso la quale leggere il mondo» (Dalla prefazione di Simonetta Fiori)